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Indice Il modo di lavorare della scienza Francis Crick

La scoperta per caso e la scoperta cercata

A questi due tipi di ricerca scientifica (quello di Crick e quello della Franklin) si associano anche due concezioni della scienza.
La prima vede il cammino della scoperta come un continuum, un meccanismo di accumulo che giorno per giorno porta avanti le nostre conoscenze di un seppur piccolissimo passo. In questa visione ogni giorno passato senza approfondire l'osservazione dei dati, senza studiare i fatti è un giorno perso.
L'altra visione valuta molto di più l'intuizione dello scienziato e pensa che il cammino della scienza non proceda per quantità continue, ma discrete: per salti. Ci sarà così un periodo in cui i dati saranno accumulati, ma non si andrà avanti di un passo, poi, tutto insieme, una sorta di illuminazione (La folle caccia, p. 182) arriva e una nuova teoria prende forma e la scienza avanza di un grande balzo. In questa concezione il tempo di attesa, per quanto lungo, non è mai considerato perso: Watson e Crick passavano giornate intere a parlare del problema della struttura del DNA, senza approdare a nulla. Poi un bel giorno una bella foto della Franklin fece da scintilla all'idea che i due covavano da tempo…
Nella storia della ricerca scientifica esistono vari esempi di questo tipo, ma ne esistono altri che ci danno la sensazione di scoperte del tutto casuali. La scoperta della cellula da parte di Hooke nel 1625 è certamente uno di questi casi: analizzando del materiale al microscopio egli si imbatté nella cellula di sughero che ordinatamente disegnò nelle sue tavole battezzandola con il nome con cui ancora oggi è conosciuta. Però la cosa finì lì: non esisteva alcun sistema concettuale, alcuna teoria atta ad accettare, spiegare od anche solo catalogare la scoperta. La cellula rimase immota, nel suo disegno, per oltre un secolo, senza influire minimamente sull'evoluzione scientifica.
Le scoperte per caso spesso fanno questa fine, infatti lo scopritore non si aspetta il dato che trova e appena lo trova non sa cosa farsene, dove posizionarlo, che significato dargli. Un altro esempio, più fortunato per la sorte immediata che ebbe, fu quello che ci fornisce A. Fleming: durante un'osservazione delle varie muffe al microscopio accadde che una lacrima cadesse sul vetrino bagnando la muffa in esame; dopo qualche tempo Fleming si rese conto che laddove era stata la lacrima erano morti i microrganismi. Qui esisteva nello scienziato un sistema concettuale che dava significato all'evento occasionale, così da lì alla penicillina il passo fu breve.

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a cura di M.M.