Nel 1952 si sapeva molto del DNA, compreso il suo ruolo esclusivo di materiale genetico: è l'unica sostanza in grado di trasmettere tutte le informazioni necessarie per creare la vita. Quello che non si conosceva era il suo aspetto e come esso attua la sua stupefacente funzione ereditaria. Tutto questo cambiò nel giro di un solo anno, il 1953, quando venne decifrata la struttura a doppia elica del DNA e la funzione cruciale delle sue basi accoppiate nel fenomeno dell'ereditarietà. I nomi più comunemente associati a questa scoperta sono quelli di James Watson e Francis Crick. Anche Maurice Wilkins vi ebbe un ruolo cruciale e tutti e tre nel 1962 furono insigniti del premio Nobel in Fisica e Medicina per questo. Ma rimane un'altra importante figura, senza la quale la scoperta non sarebbe stata possibile: Rosalind Franklin. Watson, Crick e Wilkins basarono il loro lavoro in parte su considerazioni sperimentali prese furtivamente dagli appunti di Rosalind Franklin. Al tempo della premiazione Rosalind era già morta da 4 anni e il suo fondamentale contributo non fu riconosciuto.
Rosalind Franklin aveva un'abilità straordinaria nel lavorare con materiali di basso contenuto cristallino. Campioni di questo tipo sono difficili da trattare : il loro spettro di diffrazione ai raggi X è di difficile interpretazione, il che rendeva la loro analisi quasi impossibile. La Franklin ottenne risultati significativi perché si era fatta una grande esperienza in questo campo : aveva iniziato studiando il carbone e la grafite, poi si occupò del DNA e infine della struttura dei virus delle piante.
Era nata a Londra il 25 luglio 1920, da genitori abbienti, e aveva frequentato la prestigiosa scuola di St. Paul's Girl's dove ricevette un'eccellente preparazione di base in fisica e chimica. Negli anni '30 il padre era attivo al centro di Woburn House che aiutava gli ebrei esuli dalla Germania nazista, e Rosalind vi fece del volontariato mentre frequentava la scuola.
Nel 1938 entrò all'università di Cambridge, dove rimase anche dopo la laurea; nel 1945 conseguì il Dottorato con una dissertazione dal titolo La chimica fisica dei solidi organici colloidali con particolare riferimento al carbone e relativi materiali.
Nel 1946 si trasferì a Parigi, dove eminenti cristallografi furono ben contenti di sfruttare "i suoi servizi come chimico fisico che sapeva molto poco della chimica fisica e solo un po' di più dei buchi nel carbone" (così si era espressa nel dare le sue referenze).
Qui iniziò ad usare la tecnica della diffrazione ai raggi X per studiare la struttura del carbonio. Nel frattempo gli studi in cristallografia si stavano orientando verso le biomolecole, così, quando nel '51 la Franklin ritornò in Inghilterra, scelse il DNA come oggetto del suo lavoro anche perché esso, come la grafite poco cristallina, forniva spettri di difficile lettura e richiedeva le tecniche ai raggi X che aveva usato in Francia.
Dal 1951 al 1953 la sua grande esperienza coi materiali poco cristallizzati le permise di approntare in 8 mesi un particolare dispositivo con una microcamera per avere fotografie ad alta definizione dei singoli filamenti di DNA. Per facilitare la raccolta dei dati modificò una microcamera appositamente per fotografare i cristalli secondo diverse e numerose inclinazioni: ciò le permise di prendere una impareggiabile serie di fotografie della diffrazione ai raggi X del DNA. Lavorando in condizioni di accurato controllo dell'umidità scoprì la forma B idrata del DNA che rivela chiaramente la forma di un'elica e dimostrò che si trattava di una fase distinta dalla A, con la quale prima veniva confusa.
Nello stesso tempo a Cambridge, Crick e Watson stavano costruendo il loro famoso modello di DNA a doppia elica, che necessitava di un fondamento sperimentale. Wilkins segretamente mostrò a Watson l'unica fotografia della forma B che era stata presa dalla Franklin; contemporaneamente il professor Max Peruts diede a Crick e Watson una copia privilegiata del rapporto della Franklin al consiglio di ricerca medica che conteneva l'elaborazione matematica della immagine ai raggi X della forma B. Il loro contributo fu lo splendido assemblaggio della doppia elica, nella quale si trova l'alternanza delle basi accoppiate: Adenina e Timina, Guanina e Citosina. Secondo l'accordo, tre articoli sul DNA apparvero nella famosa pubblicazione su Nature il 25 aprile 1953; il primo scritto da Watson e Crik, il secondo da Wilkins e i suoi collaboratori A. R. Stokes e H. R. Wilson e il terzo dalla Franklin e il suo migliore studente Raymond Gosling. Il saggio di Wilson e Crick elencava l'inclinazione elicale, il diametro dell'elica, il numero dei giri ripetuti lungo l'elica, ma non seppe dire dove avevano origine.
La Franklin si rallegrò dei successi di Watson e Crick sulla struttura del DNA e immediatamente, senza dubbio, ne confermò la conformità ai risultati dei suoi esperimenti. Tre mesi più tardi lei e Gosling pubblicarono una conferma dell'elica nella forma in A.
Nell'autunno del 1956 Rosalind Franklin scoprì di avere il cancro. Rifiutò di abbandonare il suo lavoro e, anche se prossima alla fine, iniziò personalmente il modello della struttura del virus della poliomielite. Morì il 16 aprile del 1958, all'età di 37 anni.
Le comunicazioni dei tre premi Nobel contengono 98 citazioni e nessuna delle pubblicazioni della Franklin è specificamente menzionata. Solo Wilkins la incluse nei suoi ringraziamenti. Nel 1968 Watson pubblicò La doppia elica, testo nel quale espose la sua versione della scoperta del DNA. Anche alcuni esponenti importanti della comunità scientifica riconobbero la mancanza delle più elementari regole dell'etica professionale in tutta questa vicenda.