La "rete": il mondo della notte

Ma bisogna comprendere che, in effetti, la cybercultura realizza un avvicinamento delle persone: avvicina coloro che si muovono nella stessa sfera di interessi; nel cyberspazio, queste persone possono contattarsi realmente. Pierre Levy, Internet

La Rete non è però un territorio da domare, ma un sistema che è gradualmente diventato molto di più che la semplice somma delle sue parti. E’ una rivoluzione, un movimento non gerarchico.
Non è solo un altro strumento che può essere catalogato in base a formule demografiche prestabilite.
Esiste un’incoerenza che è insita nel mezzo ed è dovuta alla sua natura di strumento in continua evoluzione.
Infatti, nell’ambiente della Rete il disordine è una forma di caos produttivo che caratterizza la sua natura aperta.
Quest’ambiente personalizza le masse e gli utenti sono liberi di creare proprie programmazioni, in quanto le barriere geografiche non esistono più.
Il disordine è la regola.
Internet

Il fatto è che, per la prima volta nella storia di tutti gli uomini, una rivoluzione si è impossessata della vita di ognuno. E prescinde dalle vite di ognuno. Fa a meno di chiunque ed "è" chiunque. Chiunque faccia parte del nuovo mondo, per nascita o per scelta, il mondo che già esiste ma che ancora non è finito, sarà padre e figlio di quella rivoluzione. E vivrà al di là delle antiche colonne d’Ercole". P. Guzzanti, Teléma 1997

L'erede di McLuhan non ha dubbi: la rete è un autentico strumento di progresso, una protesi della nostra mente e del nostro sistema nervoso, il deposito della memoria globale. Ma è anche la chiave per entrare nel futuro e prepararsi a viverlo. Si tratta di opportunità straordinarie, e reali. Derrick De Kerckhove

... per Internet, ritenuto da De Kerckhove "protesi della nostra mente e del nostro sistema nervoso" e "il più efficace metodo di ricerca a cui si possa fare ricorso" e le cui potenzialità non sono ancora state del tutto sfruttate. Derrick De Kerckhove
Notte stellata

Ogni gesto, ogni momento della tua vita deve essere un desiderio realizzato, un passo avanti nella tua ricerca di qualcosa di sempre nuovo, uguale e diverso, vivo e cangiante. Ogni tuo giorno deve essere unico, sognato durante la notte conquistato nel giorno che ti si apre davanti.
La notte dovrà essere la tua fucina, là dovrai costruire i pensieri, i sogni che consisteranno la tua vita; spazia oltre i limiti che ti impone il tempo e cerca sempre oltre ciò che ti pare possibile, immagina la tua vita nel modo più libero e creativo, ti curerai durante il giorno di quel che è fattibile e di come lo sia.
Non è facile.
Perché tutto deve essere facile?
In ultima analisi ciò che è facile non vale davvero, non produce nulla.

È la difficoltà che insegna all'uomo, che lo spinge verso gli orizzonti che riempiono la vita, che le danno un senso. E non è egoismo. L'egoismo è facile.
Questo è il tempo degli esseri piegati su se stessi, del mondo della monade, del presente contro il futuro. Una scadenza che vada oltre la nostra aspettativa di vita (si dice così, come se avessimo il diritto di aspettarci qualcosa) non è concepibile.
"Aspettativa", questa è la parola magica. Oggi ci aspettiamo, mi pare, tutto; tutto ci è dovuto, per nulla occorre lottare.
La vita è meravigliosa, terribile, impietosa, grande, triste, colorata e grigia; ma la vita, Dio ti ringrazio, non è facile.
Non so se è la lotta per conquistare un pezzo del cielo che ci nutre e ci viene negato che dà senso alla vita, ma so che non è per sadismo che ci è stato negato.
Il limite è la nostra misura (il vero significato di "uomo"), il nostro senso, il nostro stimolo.
Non c'è nulla di definitivo, nulla di "facile".
Ogni cosa che conti veramente va costruita lentamente, faticosamente e non è mai acquisita una volta per tutte, è sempre in gioco, sempre a rischio, come la nostra vita quando vale qualcosa.
Dalla parte dell'emissione di informazioni, è chiaro ed evidente che ci sia più libertà; dalla parte di quelli che cercano l'informazione il problema più importante è quello di filtrarla, selezionarla, ordinarla per farne la sintesi. E' un lavoro che spetta a ciascuno, agli individui e ai gruppi ... Pierre Levy, Internet

... Emerge una nuova cultura d'uso promossa dall'interazione serrata tra sistemi di comunicazione e tecnologie digitali, una fusione che conduce verso un superamento dell'impasse prodotta dalla televisione: ai massmedia si inizia a rispondere con il "mymedia", la tecnologia di comunicazione personalizzata. Questo rapporto invita anche a superare l'idea stessa di rappresentazione verso cui comportarsi solo come spettatori. E' ormai possibile comprendere che il principio del punto di vista fondato sulle categorie di rappresentazione visiva come quelle della Prospettiva risultano sempre più inadeguate. Emergono altri valori come quello di "punto di vita" già suggerito da Derrick de Kerckhove (l'erede di McLuhan): la capacità di abitare e vivere (anche se secondo un'illusione cognitiva) un ambiente simulato, uno scenario virtuale. L'immersione stereoscopica nelle realtà virtuali è questo, come anche, per altri versi, qualsiasi navigazione ipermediale. E' in questi casi che si può riuscire ad impostare i nuovi termini di riflessione, finalmente scardinati dalle certezze epistemologiche e disponibili a misurarsi con un nuovo paradigma cognitivo. Un' esperienza in cui si puo' scoprire il senso profondo di uno dei concetti piu' affascinanti del comportamentismo cognitivo: "imparare ad imparare". Carlo Infante, Internet

Il cyberspazio è come l'Italia: un'anarchia funzionante. E' un luogo in cui le leggi sono molto meno importanti del consenso generale della comunità, e dove si riconosce grande importanza ai rapporti che legano orizzontalmente la società.
J. Barlow
a cura di M.M.
FINE