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Non posso fare a meno di intromettermi... scusate.
Ferrante Formato <ferrante_formato@libero.it> wrote in message
je785.18303$2s6.248143@news.infostrada.it...
> > Ci starebbe una noticina sulla reale possibilità di distinguere medium e
> > messaggio in modo così netto (senza cadere però nel medium-messaggio di
> > McLuhan), ma non so se è il post adatto.
> posta pure , posta pure!
> ma tieni conto che il sottoscritto ha sentito parlare di Mac Luhan nelle
> stanze locali del
> locale dipartimento di scienze dell'educazione. Ma si nominava solo il
> nome, ahime',
> e la frase oscura che dice "il mezzo é il messaggio"
Sì, hai ragione. E' una frase oscura che ha fatto cagare sotto generazioni e
generazioni... che in sostanza non vuol dire neccessariamente qualcosa.
Secondo me era un suo esperimento per vedere quante persone ci cascano, e
cosa sarebbe venuto fuori a furia di scervellarci per capire e
interpretare... una specie di brainstorming a lungo periodo.
Poi sono arrivate schiere di studiosi a smentirlo... le solite storielle
accademiche.
Cmq, vale leggerlo!
> > poi tutto da dimostrare, inoltre non vedo come rirceare la realtà (o
> > attualizzarte una virtualità, mettila come t pare) sia una prerogativa di
> > Internet inteso come medium.
Io dubito che si possa ricreare la "realtà"... per il semplice motivo che
non è reale quello di cui noi abbiamo coscienza. Quello che per noi è la
realtà, è il risultato dell'elaborazione cerrebrale di dati incompleti
registrati dai nostri sensi. Ci si potrebbe chiedere, allora, cos'è reale...
io non lo so (Cartesio non mi convince mica tanto... ormai).
> Nemmeno io lo credo tanto. Ma non e' questo il punto. Il punto e' che i
> media
> tradizionali sono soggetti al dualismo "sintassi-semantica", nel senso che
> ogni notizia e' sottoposta a riscontro.
Certo... anche in Internet ogni notizia può essere "falsificata"... più
velocemente, controllando altre fonti. Oppure, se la notizia si riferisce a
un evento in Internet, rimanendo/andando a vedere l'evento stesso.
> In un mondo virtuale la comunicazione dell'evento puo' coincidere con
> l'evento stesso.
Posso essere d'accordo, ma in questo caso bisogna considerare i diversi
"stadi di realtà". Nel senso, per arrivare fino a noi, la notizia di un
evento (o l'evento-notizia) sucesso nel mondo virtuale deve uscire da questo
mondo per arrivare allo "stadio di realtà" che la nostra coscienza considera
La Realtà.
> Ma se tu costruissi un mondo virtuale, popolato da abitanti della luna,
> nessuno degli abitanti della luna potrebbe dire che il tuo mondo e'
falso.
Ecco perchè non mi fido più di Cartesio... "penso quindi esisto" o "penso
perchè sono programmato per farlo, e esisto perchè sono una emulazione"...
mi viene in mente il Flatline del Neuromancer...
> E portando il discorso agli estremi, identificando la luna virtuale con la
> luna reale, la notizia dei cosoni potrebbe diventare vera in senso
assoluto.
Le potranno identificare solo quegli esseri che potranno vivere una vita
"completa e indipendente" (dalla nascita alla morte) in entrambi i mondi
(virtuale e reale) secondo la propria volontà, perchè in questo caso una
distinzione tra i due mondi sarebbe inutile... per questi esseri sarebbero
reali entrambi. (ma queste sono mie seghe mentali)
In questo caso, comunque, le due realtà (virtuale e quella nostra) avrebbero
la stessa dignità... ma questo sono problemi etici... che bisogna discutere
prima che qualche IA diventi "troppo" intellignete.
> Questo e' un pericolo della "virtualità", a mio parere.
Il pericolo è, secondo me, che una creatura/creazione nel mondo virtuale
(come l'IA) possa decidere e operare in qualche sistema del mondo reale
(questo nostro mondo off-line)...
Del resto, le IA vengono create per comportarsi come agenti economici, ma la
fame nel mondo non è "virtuale".
Ciao.
Miloz
©2004 Google