La tecnologia digitale comporta la smaterializzazione
dell'opera d'arte, attuando un passaggio sempre più accentuato
dall'oggetto al concetto.
Stralcio da un'intervista con Achille Bonito Oliva, Roma
1996 "L'anoressia dell'arte"
Il testo integrale dell'intervista a Achille Bonito Oliva
compare su una pagina
di Mediamente, RAI
Educational
Quali trasformazioni porta la telematica
nell'arte? La telematica ha, in qualche modo, introdotto
delle conseguenze riguardanti non soltanto il quotidiano, la
comunicazione, l'informazione, ma finanche lo sviluppo della storia
dell'arte contemporanea. Ha creato quella che io vorrei chiamare
"l'anoressia dell'arte"; un fenomeno di smaterializzazione
del prodotto, un passaggio sempre più accentuato dall'oggetto
al concetto. Che cosa significa anoressia? Significa proprio
quel processo................ quella tentazione verso la scomparsa,
verso l'assottigliamento, non solo del corpo, ma direi del corpo
dell'arte e quindi anche della forma artistica. Attraverso la
telematica, attraverso il computer, l'arte digitale,
noi possiamo produrre immagini, segni, segnali, forme e processi
creativi che non hanno bisogno del luogo fisico, ma si affidano ad
un tragitto e alle dinamiche dell'Internet, ad una comunicazione,
appunto, telematica. Naturalmente, l'anoressia dell'arte sviluppa
una potenzialità enorme per artisti giovani e meno giovani, sono
permessi collegamenti tra luoghi lontanissimi, quindi ciò significa
riduzione delle distanze geografiche, accelerazione del
tempo. Nello stesso tempo introducono una virtualità
estetica che prima l'arte non conosceva. L'arte anoressica è, in
qualche modo, il frutto non negativo......... perché sviluppa
segnali e forme estetiche che colpiscono non solo l'occhio, ma il
cervello dello spettatore............. E' un'arte che si
insinua nella casa, negli spazi della contemplazione, è
un'arte che sostanzialmente, però, produce anche una conseguenza
positiva: scardina la cornice obbligata del museo o della
galleria, i luoghi deputati dove normalmente l'arte può
essere contemplata, e la degustazione, in qualche modo come a
tavola, può avvenire in ogni spazio domestico, in ogni camera della
nostra abitazione, nei luoghi più inusitati. Ecco, dunque, che
l'anoressia dell'arte attraverso la telematica non è una
contrazione, una riduzione, un assottigliamento del corpo, ma, anzi,
paradossalmente, attraverso l'assottigliamento ottiene il massimo
della dilatazione, di penetrazione capillare che la forma dell'arte
può realizzare uscendo dal luogo di propulsione, laddove l'artista
ha mosso la propria mano elettronica arrivando nei luoghi più
disparati di tutto il mondo. La tecnologia, in questo
senso, diviene una sorta di sostanza estetica che con i suoi
vapori e le sue atmosfere può produrre effetti positivi e quindi è
una sorta di declinazione ecologica della fantasia che, invece di
danneggiare, migliorerà sicuramente il mondo.
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