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La biologia molecolare

La ricerca in biologia trova una terreno particolare a causa di un fattore non riscontrabile in altri campi dell'attività scientifica: l'operare della selezione naturale.
"Ogni organismo, ogni cellula e le grandi molecole biologiche sono il risultato finale di un processo lungo e complicato all'opera da vari miliardi di anni. Questo fatto fa della biologia una disciplina molto diversa dalla fisica" (La folle caccia, p. 178)
Crick fa alcuni distinguo fra fisica (egli ha una formazione di fisica classica) e biologia: il fenomeno della variazione (il caso che provoca il mutamento) che esiste in biologia non ha riscontri in fisica; il fattore tempo, che non è mai rilevante in fisica (una legge fisica dovrebbe valere oggi come domani), in biologia deve essere considerato, anche perché l'evoluzione si svolge in lassi di tempo inusitati per l'essere umano.
Le leggi della fisica possono essere considerate generali e di validità assoluta, esse sono "vere" in ogni dove nel nostro universo. In biologia tutto quello che si può ottenere sono "generalizzazioni piuttosto ampie, le quali ammettono eccezioni significative" (op. cit., p. 179). È improbabile che l'evoluzione abbia seguito la stessa strada in luoghi diversi nel nostro universo; in luoghi lontani per spazio e caratteristiche fisico-chimiche la vita si sarà evoluta diversamente e neppure la selezione naturale può aspirare ad essere un principio universale. In biologia si trovano meccanismi e tali meccanismi si sono modificati con il tempo (il tempo di tutta l'evoluzione, miliardi di anni) e alle modifiche si aggiunte modifiche così che in questa disciplina la semplicità e l'eleganza, il "rasoio di Ockam" può non essere così utile come in fisica. Se il DNA può rivendicare una struttura semplice ed elegante ("bella", ci dice Crick) è ancora vero che esso è probabilmente il meccanismo più antico nella storia dell'evoluzione e che, necessariamente in quel momento, qualsiasi meccanismo avrebbe dovuto possedere queste caratteristiche.
Non c'è un progetto nell'evoluzione biologica, si possono rintracciare al massimo degli orientamenti, non c'è una soluzione netta ai problemi biologici, essi devono essere studiati tenendo conto che i meccanismi con cui la vita ha progredito sono frutto di tentativi di adattamento, correzioni e ancora correzioni di meccanismi che, mano a mano, sono risultati vincenti. La vita non ricerca l'efficienza formale delle sue soluzioni, ma una soluzione che le permetta di evolvere e continuare: il codice genetico è un esempio di ciò, non è né semplice né elegante, ma è servito allo scopo e, d'altronde, non potremo mai sapere quali fossero al momento della sua definizione gli esatti problemi da risolvere.
Un ottimo consiglio per chi volesse fare biologia è quello di non affrontare "di petto" i problemi più complessi, ma di aggirarli e concentrarsi su altri termini della questione più abbordabili dalle conoscenze tecniche possedute nell'attualità.
In una materia così complessa dare troppa fiducia ad una teoria, affezionarvisi può "avvolgere un argomento in una fitta nebbia" (op. cit., p. 182), abbiamo già visto come ciò sia successo a Crick nella ricerca del messaggero mancante. Solo il continuo mettere alla prova la teoria esaminata, l'incalzarla per trovarne le lacune e gli errori può portare alla definizione di una teoria migliore e, quindi, al progresso delle nostre conoscenze. La natura è così complessa che molte teorie diverse possono rendere conto (più o meno adeguatamente) dei fatti naturali e per selezionare fra queste teorie le "costrizioni realmente utili sono contenute nei dati sperimentali" (op. cit., p. 183). Ciò che un buon teorico dovrebbe fare è indicare la via per nuovi esperimenti che possano portare alla comunità scientifica nuovi dati con i quali confutare le vecchie e costruire nuove teorie.

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a cura di M.M.